Questi pappagalli sono rarissimi e protetti in natura.
La quasi totalità delle Amazzoni presenti oggi sono in commercio appartiene alle quattro specie più allevate (A. aestiva, A. ochrocephala, A. amazonica e A. autumnalis) e alle loro sottospecie e quasi tutte sono soggetti nati in cattività.
La vita in natura
I pappagalli (amazzoni comprese) sono, in generale, animali estremamente robusti e longevi che possono facilmente superare i 70 di vita in cattività. In ogni caso, la vita normale in natura di un pappagallo si aggira intorno ai 40-50 anni, mentre quella in cattività può prolungarsi di una ventina d’anni in più, meno se si tratta di un soggetto da riproduzione.
Questi animali dalla spiccata socialità, sono capaci di associarsi non solo fra soggetti della stessa specie ma anche tra soggetti di specie diverse, e talvolta, di famiglie diverse: ciò spiega anche la grande facilità di contatto con l’uomo.
Curiosi e coraggiosi, si fidano fin troppo di tutte le creature che incontrano, visto che in natura non hanno mai avuto grandi nemici: ecco spiegato il motivo del perché è così facile catturare i pappagalli liberi in natura e quindi provocarne l’estinzione.
Amano molto le zone ricche di vegetazione e situate nei pressi di corsi d’acqua, possibilmente vicine a praterie dove possono trovare sementi di vario genere. Nel tempo molte specie hanno saputo adattarsi a vivere anche a fianco all’uomo sfruttandone le coltivazioni, ma facilitando così la loro cattura da parte dell’uomo stesso.
Fuori dal periodo riproduttivo vivono in gruppi (che hanno di solito una base familiare) e si muovono insieme tra la boscaglia alla ricerca di cibo, costituito da sementi verdi ancora lattiginose o mature, germogli, frutta, piccole tarme, insetti, lumachine e bacche. Poi, quando arriva il periodo riproduttivo, la loro dieta tende ad arricchirsi di proteine.
Durante la stagione degli accoppiamenti le coppie, che restano insieme per la vita, si isolano e cercano un tronco cavo situato piuttosto in alto, dove cominciano la preparazione di un nido confortevole rosicchiando il tronco e creando una comoda “camera di cova” : nel nido infatti, non portano alcun materiale accontentandosi del leggero strato di trucioli precedentemente rosicchiati dall’albero. Qui la femmina depone le uova, il cui numero varia da specie a specie (di solito, da due a quattro), e le cova per un periodo, ancora variabile da specie a specie, che si aggira comunque alle quattro settimane. Alla schiusa, i genitori prestano cure assidue ai piccoli che restano nel nido per otto-dieci settimane in attesa di uscire al mondo esterno. Una volta usciti dal nido, dipenderanno ancora dai genitori per altre quattro, sei settimane, dopodiché saranno in grado di nutrirsi da soli. Se la nidiata va a buon fine, la coppia non farà altre covate per fine stagione.
Le coppie restano unite anche fuori dal periodo riproduttivo, quando la vita sociale di gruppo è più intensa; inoltre, se una coppia riproduce e alleva piccoli in una stagione, non è detto che faccia la stessa cosa in quella successiva. Nidificare infatti, per i pappagalli è una scelta ponderata: se mancano infatti le condizioni alimentari o climatiche, oppure uno dei due componenti non è in perfetta forma, si rimanda alla stagione successiva.
In natura, quando un maschio e una femmina di età per l’accoppiamento si incontrano, non ha luogo un corteggiamento, ma una fase dove i due si conoscono a vicenda e restano per un po’ assieme. Se i due si “piacciono” e sono consapevoli di passare il resto della vita assieme all’altro compagno, si forma la coppia; altrimenti ognuno ricomincia la ricerca di un compagno più adatto.
L’allevamento
L’acquisto e l’arrivo in casa
Prima di decidere quale amazzone acquistare, è necessario valutare se si desidera un animale da compagnia o un soggetto da riproduzione.
Se si sceglie come animale da compagnia, l’Amazzone è un ottimo compagno socievole, facile da addomesticare (se presi giovani) e spesso un buonissimo parlatore. Se possibile, sarebbe meglio rivolgersi direttamente a un allevatore specializzato e andare a prendere il pennuto quando ha ormai sei o sette settimane di vita, ed è quindi già allevato ma non ancora indipendente: infatti, dipenderà dal nuovo allevatore per altre sei settimane, durante le quali bisognerà fornirgli tre imbeccate al giorno (cioè introdurgli il cibo nel becco con un’apposita siringhetta) finchè comincerà a mangiare da solo. In questo modo, si eviterà di acquistare un soggetto troppo piccolo e quindi a rischio se non si è esperti.